mercoledì 1 agosto 2018

La Skeleton Coast e le otarie di Cape Cross

Passiamo la notte a Kamanjab, da lì dobbiamo decidere se arrivare alla Skeleton Coast dall’alto, lungo la C39, tutta sterrata, fino a Torra Bay, sulla costa e poi giù fino a Cape Cross, oppure se scegliere una via più veloce e più breve. Alla fine scegliamo la via più lunga, preferiamo fare tutta la costa, anche se questo comporterà sicuramente una tappa intermedia, rispetto allo Spitzkoppe, dove vorremmo arrivare per la notte.

Partiamo verso le otto, il sole è appena sorto, ma essendo alle spalle ci permette di vedere le montagne che ci stanno di fronte in tutto il loro splendore. Ci fermiamo spesso a fare delle foto perché i panorami sono uno più bello dell’altro. La strada è veloce, quasi priva di tutte quelle piccole onde che distruggono gli ammortizzatori e la nostra pazienza.

Sempre sulla C39, una quarantina di km prima di arrivare sulla costa, ci sono i cancelli d’ingresso allo Skeleton Coast Park, una riserva creata appositamente per salvaguardare questa zona di costa fragile dove, come dice la guida, le nebbie e le tempeste di sabbia creano un’atmosfera di solitudine selvaggia e molto inquietante. L’ingresso al parco è gratuito e concesso solo dall’alba al tramonto, non ci si può fermare dentro, se si entra da una parte bisogna uscire dall’altra, 200 km dopo, entro il tramonto. Sperando che l’auto non si fermi ovviamente, perché dentro non c’è anima viva, e le auto che abbiamo incontrato in tutta la mattinata si contano sulle dita di una mano.

Arriviamo in vista dell’oceano e lo spettacolo è decisamente affascinante, un susseguirsi di onde, dune, tempeste di sabbia e di sale. La strada stessa è fatta di sale ed è più liscia dell’asfalto, si corre veloci. Il problema è che la si confonde con il resto del terreno, soprattutto quando il sole viene coperto dalle nebbie costiere: la corrente fredda del Benguela che proviene dall’Antartico e lambisce la costa è di circa 8° più fredda delle acque continentali, e il contatto fra le rispettive masse d’aria provoca il condensarsi di nebbie costiere per quasi tutto l’anno. L’umidità trasportata da queste nebbie, a volte fino a 50 km dalla costa, fornisce un sostentamento fondamentale per la sopravvivenza della flora e della fauna del deserto del Namib, altrimenti condannato alla siccità quasi assoluta, viste le rarissime precipitazioni.

Questa costa è famosa anche per il numero di navi che ha fatto naufragare, alcune delle quali sono ancora arenate sulla battigia. Una di queste è la South West Seal e si trova prima di uscire dal parco, poco più a sud di Toscanini Bay, ma quello che si vede è ben poco, confidiamo nel relitto della Zeila che vedremo domani. Il nome Skeleton Coast (costa degli scheletri), coniata da un giornalista tedesco una cinquantina di anni fa, prende il nome sia dai numerosi relitti di navi spiaggiate, che da quello dei frequenti scheletri di balene e di otarie.

Usciti dal parco, attraverso la Ugabmond Gate, corriamo veloci per arrivare prima della chiusura all’enorme colonia di otarie di Cape Cross. Nell’Africa meridionale esistono sette specie di foche, ma le uniche che vivono sulla terraferma sono le otarie del Capo. Questi animali vivono in gruppi, esistono 25 colonie di otarie in Africa, ma quella più numerosa è proprio in questa riserva, con oltre 100.000 esemplari. Dopo aver pagato il biglietto di ingresso ci avviciniamo con la macchina e già prima di aprire le porte siamo stati accolti dal lezzo che emanano.

Per poterle vedere meglio i visitatori possono camminare su delle passerelle in legno che attraversano tutta la colonia, il problema è arrivarci, perché le otarie attaccano! Viste le nostre pare una signora si avvicina e sbatte velocemente le mani sui fianchi, le otarie impaurite indietreggiano e ci lasciano passare. Rimaniamo lì per oltre un’ora ad osservare questi stranissimi animali, i loro movimenti, il loro modo di allattare i cuccioli, le loro urla, i loro litigi.

Usciti dalla colonia ci rimettiamo in strada con l’auto che comincia a lampeggiare insistentemente per la fine della benzina: da quando siamo partiti stamattina abbiamo fatto più di 400 km e non abbiamo più incontrato un distributore di benzina; mancano una cinquantina di km per arrivare al distributore di benzina di Henties Bay. Ci arriviamo alle 18.30 con il fiato sospeso.

Cosa fare a questo punto: fermarsi in città o cercare di arrivare ad un campeggio nello Spitzkoppe come pensavamo stamani per gustarci l’alba di domani? Scegliamo quest’ultima opzione. Lo Spitzkoppe dista 100 km, la strada sterrata è pessima e abbiamo incontrato solo un’auto, nessun villaggio per strada. Arriviamo alle 22.30, distrutti e assonnati, per fortuna il guardiano del campeggio ci dice che non c’è nessun problema, possiamo piantare la tenda e pagare l’indomani. Così facciamo. Oggi abbiamo fatto 600 km. Colazione, pranzo e cena in auto, mentre guidiamo, utilizzando le nostre provviste.

Dialogo tra due otarie di Cape Cross

Le otarie litigano spesso tra loro ma amano stare in gruppo

Un'otaria sta allattando il suo piccolo

Nella colonia di Cape Cross sono oltre centomila

Paesaggi lungo la C39 che porta da Korixas a Torra Bay

L'attraversamento di una zona vulcanica


L'arrivo della C39 sulla Skeleton Coast

Paesaggi lunari

Una vecchia miniera di diamanti ormai arrugginita

L'oceano sullo sfondo e la strada salata sotto i piedi

L'inquietante cancello di uscita dal parco della Skeleton Coast
Le croci messe dal navigatore portoghese Diego Cao, il primo europeo a mettere piede in namibia
Una piccola tempesta di sabbia lungo la strada

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