Alla nostra
terza notte in tenda, di tutto il viaggio, abbiamo imparato a difenderci
abbastanza bene a dal freddo. Entriamo nel sacco a pelo indossando tutti i
vestiti caldi che abbiamo, compresi i sottopantaloni di pile che aiutano
tantissimo. Le stuoie sottili non sono il massimo come materassi,
ma evitano almeno di farci sentire i sassi più piccoli.
Ieri sera era
tardi e tutto buio, abbiamo piantato la tenda a caso, solo stamane, al
risveglio, ci siamo resi conto dello spettacolo che avevamo intorno. Un
paesaggio lunare, con enormi massi di granito rosso, un ambiente
che ci ha tanto ricordato l’Urulu al centro dell’Australia. Qui
hanno avuto la bella idea di realizzare il campeggio sulla vasta area che si
estende tutta intorno alle rocce.
Lo Spitzkoppe
(dal tedesco “Cupola Ogivale"), chiamato anche Cervino della Namibia, per la sua
punta somigliante alla montagna europea, è un gruppo di rocce spoglie di
granito che si ergono nel deserto del Namib. Queste rocce hanno più di 120
milioni di anni e l’affioramento più alto, lo Sitzkoppe appunto, arriva fino a
1.784 metri sul livello del mare, ma essendo già su un altopiano di circa mille
metri, questa vetta si eleva “solo” di 700 metri rispetto al deserto.
Vicino si trova una vetta più bassa, a 1.584 metri, chiamata piccolo Spitzkoppe.
Quando
mettiamo il naso fuori dalla tenda abbiamo proprio lo Spitzkoppe davanti e
facciamo colazione in silenzio, contenplandolo. L’area ha diversi punti di
vista, alcuni dei quali si raggiungono con fantastiche salite sul ruvido
granito. La vetta dello Spitzkoppe è invece molto difficile da scalare,
soprattutto per il caldo e per la mancanza di acqua, è stata una sfida per
molti alpinisti, ma solo nel 1946 sono riuscirti ad arrivare fino alla sua
vetta.
Intorno ci
sono diversi dipinti lasciati dai Boscimani, ma quasi tutti
distrutte dai vandali. Proprio per le sue strane formazioni e per il paesaggio così
singolare, intorno allo Spitzkoppe sono state girate alcune riprese del film
“2001 Odissea nello spazio” ed in particolare nelle sequenze di “Dawn of Man”.
Verso
mezzogiorno rifacciamo i 100 km di pessimo sterrato che ci riportano ad Hanties
Bay, ci impieghiamo due ore e mazza. La nostra meta per la notte è la città
“coloniale” di Swakopmund, sulla costa, ma prima di arrivarci facciamo una
sosta per vedere uno dei più fotografati relitti sulla spiaggia, quello della
nave Zeila, arenata nel 2008.
A Swakopmund
il sole è ancora alto, decidiamo di avventurarci nel Welwitschia Drive, un
circuito di una cinquantina di km per ammirare numerose piante di questa specie
che può arrivare fino a 2.000 anni di vita. La pianta è molto bassa, sembra una
lattuga, con foglie tutte arruffate che servono a far scivolare l’acqua all’interno.
La maggior parte delle piante di dimensioni medie ha comunque meno di un
millennio e la prima fioritura non avviene prima dei 20 anni. Il percorso
termina alla Welwitschia Mirabilis, una pianta protetta di 1.500 anni di vita.
A Swakopmund prendiamo una stanza allo Skeleton Beach
Backpacker, l’ostello migliore della Namibia (secondo quanto era scritto
all’ingresso). La sera ceniamo al ristorante “Napolitana” consigliato dalla Lonely. Ci arriviamo in auto
alle 19.30, preoccupati del fatto che la città sia già completamente deserta.
Utilissimo il
nostro navigatore offline MAPS.ME, scaricabile su Android. Ha già memorizzato
all’interno quasi tutti gli alberghi e i ristoranti delle città. Peccato che
non indichi quali siano le strade asfaltate e quelle sterrate, per questo
utilizziamo una mappa cartacea della Namibia. Il navigatore serve comunque solo nelle
città, perché le altre strade sono così dritte, lunghe e ben segnalate, che non
ci sono dubbi.
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Il relitto della nave Zeila,naufragata nel 2008 |
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La vetta dello Sitzkoppem il Cervino della Namibia |
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The bridge |
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La nostra piccola tenda e lo Spitzkoppe davanti |
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I nostri vicini di piazzola...ben più forniti di noi |
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Qui è stato girato il film "2001 Odissea nello spazio" |
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Una pianta di Welwitschia |
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Le più grosse sono anche le più longeve: questa è la Welwitschia Mirabilis, ha circa 2000 anni |
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La targa della Welwitscha di 1.500 anni di vita |
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Un ottimo modo per riciclare le lattine |
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La nostra cena |
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