domenica 12 agosto 2018

Cape Town e i pinguini africani

Man mano che ci spostiamo verso sud la strada scende costantemente dall’altopiano per arrivare al mare. Ci si accorge di arrivare a Cape Town perché l’unico rilievo che emerge dall’area pianeggiante è l’inconfondibile Table Mountain, la famosa montagna che si erge alle spalle della città.

Andiamo direttamente all’albergo “Cape Diamond Boutique Hotel”, prenotato in mattinata su booking. È la prima volta che prenotiamo, sia perché preferiamo vedere prima le stanze, sia perché sembra che ogni tanto ci siano dei problemi sull’interpretazione della prenotazione da parte di alcuni alberghi. Infatti, quando arriviamo ci fanno pagare la stanza, anche se l’abbiamo già pagata con la carta di credito, con la promessa che il giorno dopo chiameranno booking per risolvere il problema. L’indomani in effetti ci ridano i soldi, ma abbiamo dovuto perdere del tempo. Inoltre ci hanno dato solo la prima notte e ci hanno trovato un altro albergo per le altre due.

Le cose da fare a Cape Town sono tante, ma due di queste sembrano essere imperdibili: la salita alla Table Mountain con la funivia e la visita alla Robbe Island, l’isola dove è stato prigioniero Mandela per 18 dei suoi 27 anni di carcere. Per la Table Mountain l’albergo ci fa la prenotazione online, ma quando arriviamo alla base, verso le 13, la coda per salire con la funivia è immensa, inoltre la montagna è coperta dalle nubi. Visto che il biglietto vale per quattro giorni decidiamo di riprovarci il giorno dopo, magari la mattina presto.

Nel pomeriggio camminiamo lungo la serie di spiagge di Camps Bay Beach, dominate dai Dodici Apostoli, dodici picchi di roccia che si uniscono alla Table Mountain. Finiamo la giornata con un giro al Victoria e Alfred Waterfront, un’area ricca di negozi e ristoranti, nonché il luogo dove parte il traghetto per la Robben Island. Per la città ci muoviamo sempre con la nostra auto, stando attenti a tenere le porte chiuse e a parcheggiare in luoghi sicuri. In compenso il traffico è scarso e i parcheggi economici, ma dopo le sei di sera arriva il buio e la desolazione.

Rimane il problema dell’isola, tutto esaurito per tre giorni, anche perché è fine settimana e tutto si riempie. In biglietteria ci consigliano di tornare la mattina successiva verso le 7 e attendere qualche disdetta. In effetti la mattina successiva riusciamo ad avere due biglietti per il turno delle 11. C’è pure il sole. L’escursione dura quattro ore, una di andata con il traghetto, una di ritorno e due ore di visita guidata nell’isola. La visita è un po' troppo lunga e a momenti noiosa, ma è indubbio il suo valore storico. Robben Island è patrimonio dell’Unesco.

Torniamo verso le 15. Visto che la giornata è bella riproviamo la salita alla Table Mountain. Non c’è quasi nessuno a quell’ora, arriviamo velocemente fino ai mille metri di quota e facciamo una passeggiata sferzati da un vento freddo e molto forte. La vista è impagabile. Bello anche bersi qualcosa di caldo nel rifugio dove arriva la funivia, aspettare l’imbrunire e le prime luci della città che si accendono. Un grande cartellone ricorda che Table Mountain è entrata a far parte delle sette meraviglie naturali del mondo.

Il terzo giorno piove, la prima pioggia di tutto il viaggio. Visitiamo il quartiere mussulmano di Bo-Kaap con le sue case dai colori sgargianti e usciamo dalla città per visitare il promontorio, verso il Capo di Buona Speranza. A Simon’s Town incontriamo la colonia di pinguini africani di Boulders, circa 2.000 esemplari. Sono belli e per certi aspetti ridicoli. La zona dei piccoli appena nati è lontana dal mare, in mezzo agli alberi, mentre gli adulti si trovano tutti sulla spiaggia. Sono più piccoli di quello che pensavamo. Ovunque ci sono cartelli che invitano a non accarezzarli perché i loro becchi possono provocare brutte ferite.

La pioggia diventa sempre più insistente e ormai è pomeriggio inoltrato, rinunciamo ad arrivare fino al Capo di Buona Speranza, facciamo ritorno in città passando per la Chapman’s Peak Drive, la strada a pagamento, lunga 5 km, considerata una delle strade litoranee più spettacolari del mondo. Ogni tanto ci fermiamo ad ammirare dei panorami mozzafiato, in lontananza abbiamo visto delle balene. La sera ceniamo, come sempre, al Victoria e Albert Waterfront.

Decidiamo di fermarci un giorno in più (così diventano due i giorni di ritardo sul programma di viaggio) e per l’ultima notte in questa città andiamo al Signal Hill Lodge (booking), con una stupenda vista su tutta la downtown. L’indomani ancora pioggia, visitiamo il Six Museum, che racconta la storia del quartiere durante il brutto periodo dell’apartheid, poi finalmente partiamo per risalire la costa verso Durban.

Vista dalle terrazze della Table Mountain

La salita con la funivia che può portare fino a 68 persone

Verso le 17.30 si accedono le luci di Cape Town

La ruota panoramica del Waterfront, con vista sulla Table Mountain

Una foto con la cornice

I caffè lungo il molo

Camps Bay Beach

I pinguini africani di Boulders, lungo il promontorio

L'isola dove Mandela è rimasto imprigionato per 18 anni

La cella di Mandela a Robben Island

Momenti di apartheid, nella mostra per il centenario della nascita di Mandela
Le case multicolore del quartiere mussulmano di Bo-Kaap
Le  statue dei quattro premi Nobel sudafricani sul molo del Waterfront
Le cabine in stile vittoriano lungo le spiagge del promontorio
L'interno del Six Museum
Le spiagge di Cape Town in inverno
Le sette meraviglie naturali del mondo

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