sabato 18 agosto 2018

L’indiana Durban e il Mandela Capture Site

A Durban arriviamo verso le sette di sera, un po' prima del previsto, grazie alla superstrada a pagamento che da Port Sthepstone percorre tutta la costa. Per fortuna l’auto è dotata di Telepass e non occorre fermarsi nei numerosi caselli lungo il percorso. Pioviggina e tira un vento forte.

Puntiamo subito ad una guest house individuata su booking, ma non la troviamo: è successo più volte in questo viaggio di non trovare una guest house, malgrado il suo indirizzo fosse ben indicato e non ci fossero dubbi sul luogo. Questo è uno dei motivi per cui abbiamo utilizzato poco booking per le prenotazioni. Alla fine siamo finiti all’Hotel Cube, un po' più costoso. Ci ferneremo qui due notti, in modo da dedicare un’intera giornata alla visita di Durban e ripartire all’alba della mattina successiva per il Kruger National Park, che dista 700 km.

Durban è la terza città del Sudafrica per dimensioni e ci vive la più grande comunità indiana al mondo, fuori dall’India. Quasi settecentomila persone, discendenti degli indiani arrivati nella seconda metà dell’Ottocento per lavorare nelle piantagioni di canna da zucchero nella provincia del KwaZulu-Natal. In vari ristoranti si può provare il “bunny chow”, un piatto tipico che racconta una parte importante della storia della città: i lavoratori indiani avevano bisogno di un supporto per i pasti vegetariani o per la carne e i fagioli al curry da portare nei campi. Il pane raffermo, privato della mollica è ideale, perché assorbendo il sugo diventa saporito e tenero.

Durban è una meta turistica famosa per le sue spiagge, per il clima temperato, per la sua vivacità e per la sua modernità; anche se in questi giorni invernali le spiagge sono quasi deserte e solo pochi  temerari osano fare il bagno. Un melting pot tra India e colonialismo inglese. La città conserva l'architettura e le atmosfere del passato inglese abbinati all'incontro fra la cultura africana, europea e asiatica. Il palazzo del municipio (Durban City Hall) ne è certamente un esempio, con il suo ingresso lastricato con le impronte delle mani di persone che hanno onorato il Paese. Sul lato si trova il Natural Scienze Museum, che vanta una notevole collezione di uccelli e insetti impagliati e delle loro uova.

L’aera indiana gira intorno alla grande Jama Mosque, la più grande mosche dell’emisfero australe. È venerdì e verso le 13 si riempie di fedeli in preghiera. Toccante la scena che si presenta all’uscita, con decine di poveri che chiedono l’elemosina. Intorno alla moschea ci sono anche diversi mercati, sia al chiuso che all’aperto. Ne approfittiamo per comprare dei regali da portare a casa, fino ad ora non avevamo trovato niente di interessante.

Ci spostiamo sul lungomare, sul cosiddetto Golden Mile (Miglio d’Oro), un tratto di spiaggia che arriva fino all’uShaka Marine World, un parco acquatico che vanta uno dei più grandi acquari del mondo e la più estesa collezione di squali dell’emisfero australe. Il tempo è sempre nuvoloso e tira un forte vento. Finiamo la giornata con il Temple of Understanding (Tempio della Comprensione), un grande luogo di culto hare krishna (anche questo il più grande dell’emisfero australe!) situato otto km ad ovest della città. L’edificio è stato disegnato ripensando alla forma di un fiore di loto. Al suo interno si trova un ristorante vegetariano con piatti di tali.

Per cenare andiamo all’ottimo “Cappello restaurant” nella vicina Florida Road, una via piena di vita e di locali moderni. Dopo il tramonto ha cominciato a piovere in modo consistente. Visto che non troveremo mai il tempo di lavare l’auto, ancora piena di polvere namibiana, approfittiamo della pioggia e passiamo la carrozzeria con uno straccetto e un po' di shampoo per capelli, sperando che la pioggia riesca a sciacquarla.

La mattina dopo partiamo con il buio. Ha piovuto tutta la notte e continua a piovere. Circa cento km a nord di Durban ci fermiamo al famoso “Mandela Capture Site”, il luogo in aperta campagna dove il 5 agosto 1962 Mandela fu catturato dalla polizia armata dell’apartheid mentre, fingendo di essere l’autista dell’auto, andava a trovare il buon amico e consigliere Albert Luthuli, presidente dell’ANC, il partito di Mandela. Sul posto, 50 anni dopo la cattura, è stato eretta una struttura che comprende 50 colonne in acciaio, ognuna alta tra i 6,5 e i 9,5 metri, incastonate nel paesaggio della KwaZulu-Natal.

La straordinaria struttura, disegnata dall’artista italiano Marco Cianfanelli, rivela l’immagine piatta di Nelson Mandela solo se si arriva da un percorso pedonale guidato che si ferma a 35 metri di distanza. L’immagine che ne risulta sembra piatta, anche se i 50 pali di acciaio non sono lineari. Mandela è morto il 5 dicembre 2013, 51 anno dopo il suo arresto.

Sono così tanti “I luoghi di Mandela” in Sudafrica che si potrebbe dedicare un intero viaggio solo a questi.

Il resto della giornata è tutto di viaggio per poter arrivare a sera alla città di Nelspruit, a soli 60 km dal Parco Kruger. Sotto un’incessante pioggia superiamo dei passi che arrivano fino a 1.800 metri di quota, passando per città dal nome familiare: Nazareth, Amsterdam, Carolina, ecc. Con la pioggia aumenta anche il numero di incidenti, alcuni molto brutti. La sera troviamo una sistemazione all’Abundance Lodge di Nelspruit e ceniamo nei ristoranti sul terrazzo superiore dell’Ilanga Mall.


Il Nelson Mandela Capture Site

La struttura si trova in mezzo alla campagna,
vicino sta sorgendo un museo

L'immagine di Mandela si vede solo se ci
si pone in un determinato punto.

La Jama Mosque
la grande osche a del venerdì
Fedeli durante le celebrazioni

La fila di poveri che chiede l'elemosina
all'uscita della moschea

L'interno dell'Emmanuel Cathedral
vicino alla moschea

I colori ed i profumi del mercato indiano

I festeggiamenti per il centenario della nascita di Mandela

Il Durban City Hall

La piastrella con le impronte delle mani
di Mirriam Makeba

La collezione di uova nel museo di scienze naturali

L'enorme spiaggia di Durban
in una cupa giornata invernale

A Durban si contano circa 2.000 uomini
cavallo che portano in giro i turisti

Una temeraria famiglia fa il bagno nell'oceano

Il tempio indiano della comprensione
(Temple of Understanding)

In viaggio verso il Kruger National Park

Ragazzi si recano a scuola a piedi

Una centrale nucleare lungo il tragitto

Incidenti dovuti all'asfalto bagnato

Questo ci mancava

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