A Durban
arriviamo verso le sette di sera, un po' prima del previsto, grazie alla
superstrada a pagamento che da Port Sthepstone percorre tutta la costa. Per
fortuna l’auto è dotata di Telepass e non occorre fermarsi nei numerosi caselli
lungo il percorso. Pioviggina e tira un vento forte.
Puntiamo
subito ad una guest house individuata su booking, ma non la troviamo: è
successo più volte in questo viaggio di non trovare una guest house, malgrado
il suo indirizzo fosse ben indicato e non ci fossero dubbi sul luogo. Questo è
uno dei motivi per cui abbiamo utilizzato poco booking per le prenotazioni.
Alla fine siamo finiti all’Hotel Cube, un po' più costoso. Ci ferneremo qui due
notti, in modo da dedicare un’intera giornata alla visita di Durban e ripartire
all’alba della mattina successiva per il Kruger National Park, che dista 700
km.
Durban è la
terza città del Sudafrica per dimensioni e ci vive la più grande comunità
indiana al mondo, fuori dall’India. Quasi settecentomila persone, discendenti
degli indiani arrivati nella seconda metà dell’Ottocento per lavorare nelle
piantagioni di canna da zucchero nella provincia del KwaZulu-Natal. In vari
ristoranti si può provare il “bunny chow”,
un piatto tipico che racconta una parte importante della storia della città: i
lavoratori indiani avevano bisogno di un supporto per i pasti vegetariani o per
la carne e i fagioli al curry da portare nei campi. Il pane raffermo, privato
della mollica è ideale, perché assorbendo il sugo diventa saporito e tenero.
Durban è una
meta turistica famosa per le sue spiagge, per il clima temperato, per la sua
vivacità e per la sua modernità; anche se in questi giorni invernali le spiagge
sono quasi deserte e solo pochi temerari
osano fare il bagno. Un melting pot tra India e colonialismo inglese. La città conserva
l'architettura e le atmosfere del passato inglese abbinati all'incontro fra la
cultura africana, europea e asiatica. Il palazzo del municipio (Durban City
Hall) ne è certamente un esempio, con il suo ingresso lastricato con le
impronte delle mani di persone che hanno onorato il Paese. Sul lato si trova il
Natural Scienze Museum, che vanta una notevole collezione di uccelli e insetti
impagliati e delle loro uova.
L’aera
indiana gira intorno alla grande Jama Mosque, la più grande mosche
dell’emisfero australe. È venerdì e verso le 13 si riempie di fedeli in
preghiera. Toccante la scena che si presenta all’uscita, con decine di poveri
che chiedono l’elemosina. Intorno alla moschea ci sono anche diversi mercati,
sia al chiuso che all’aperto. Ne approfittiamo per comprare dei regali da
portare a casa, fino ad ora non avevamo trovato niente di interessante.
Ci spostiamo
sul lungomare, sul cosiddetto Golden Mile (Miglio d’Oro), un tratto di spiaggia
che arriva fino all’uShaka Marine World, un parco acquatico che vanta uno dei
più grandi acquari del mondo e la più estesa collezione di squali dell’emisfero
australe. Il tempo è sempre nuvoloso e tira un forte vento. Finiamo la giornata
con il Temple of Understanding (Tempio della Comprensione), un grande luogo di
culto hare krishna (anche questo il più grande dell’emisfero australe!) situato
otto km ad ovest della città. L’edificio è stato disegnato ripensando alla
forma di un fiore di loto. Al suo interno si trova un ristorante vegetariano
con piatti di tali.
Per cenare andiamo
all’ottimo “Cappello restaurant” nella vicina Florida Road, una via piena di
vita e di locali moderni. Dopo il tramonto ha cominciato a piovere in modo
consistente. Visto che non troveremo mai il tempo di lavare l’auto, ancora
piena di polvere namibiana, approfittiamo della pioggia e passiamo la
carrozzeria con uno straccetto e un po' di shampoo per capelli, sperando che la
pioggia riesca a sciacquarla.
La mattina
dopo partiamo con il buio. Ha piovuto tutta la notte e continua a piovere.
Circa cento km a nord di Durban ci fermiamo al famoso “Mandela Capture Site”,
il luogo in aperta campagna dove il 5 agosto 1962 Mandela fu catturato dalla
polizia armata dell’apartheid mentre, fingendo di essere l’autista dell’auto,
andava a trovare il buon amico e consigliere Albert Luthuli, presidente dell’ANC,
il partito di Mandela. Sul posto, 50 anni dopo la cattura, è stato eretta una
struttura che comprende 50 colonne in acciaio, ognuna alta tra i 6,5 e i 9,5
metri, incastonate nel paesaggio della KwaZulu-Natal.
La
straordinaria struttura, disegnata dall’artista italiano Marco Cianfanelli,
rivela l’immagine piatta di Nelson Mandela solo se si arriva da un percorso
pedonale guidato che si ferma a 35 metri di distanza. L’immagine che ne risulta
sembra piatta, anche se i 50 pali di acciaio non sono lineari. Mandela è morto
il 5 dicembre 2013, 51 anno dopo il suo arresto.
Sono così
tanti “I luoghi di Mandela” in Sudafrica che si potrebbe dedicare un intero
viaggio solo a questi.
Il resto
della giornata è tutto di viaggio per poter arrivare a sera alla città di
Nelspruit, a soli 60 km dal Parco Kruger. Sotto un’incessante pioggia superiamo
dei passi che arrivano fino a 1.800 metri di quota, passando per città dal nome
familiare: Nazareth, Amsterdam, Carolina, ecc. Con la pioggia aumenta anche il numero di
incidenti, alcuni molto brutti. La sera troviamo una sistemazione all’Abundance
Lodge di Nelspruit e ceniamo nei ristoranti sul terrazzo superiore dell’Ilanga
Mall.
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Il Nelson Mandela Capture Site |
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La struttura si trova in mezzo alla campagna,
vicino sta sorgendo un museo |
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L'immagine di Mandela si vede solo se ci
si pone in un determinato punto. |
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La Jama Mosque
la grande osche a del venerdì |
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Fedeli durante le celebrazioni |
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La fila di poveri che chiede l'elemosina
all'uscita della moschea |
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L'interno dell'Emmanuel Cathedral
vicino alla moschea |
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I colori ed i profumi del mercato indiano |
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I festeggiamenti per il centenario della nascita di Mandela |
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Il Durban City Hall |
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La piastrella con le impronte delle mani
di Mirriam Makeba |
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La collezione di uova nel museo di scienze naturali |
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L'enorme spiaggia di Durban
in una cupa giornata invernale |
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A Durban si contano circa 2.000 uomini
cavallo che portano in giro i turisti |
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Una temeraria famiglia fa il bagno nell'oceano |
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Il tempio indiano della comprensione
(Temple of Understanding) |
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In viaggio verso il Kruger National Park |
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Ragazzi si recano a scuola a piedi |
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Una centrale nucleare lungo il tragitto |
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Incidenti dovuti all'asfalto bagnato |
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Questo ci mancava |
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