Dopo
colazione partiamo da Sesriem per raggiungere Luderitz. Prevediamo di impiegare tutta
la giornata: sono 500 km di cui 375 su strada sterrata. Invece di fare la strada più breve per Betta, preferiamo allungare e
fare la strada panoramica che passa vicino a Meltahohe. All’altezza del
villaggio di Aus facciamo una breve deviazione per ammirare alcuni
degli ultimi cavalli selvaggi del deserto che si riuniscono intorno ad una
pozza d’acqua.
Arriviamo a
Luderitz prima del tramonto, ne approfittiamo per girarla e fare alcune foto
con l’ultima luce del giorno. La sua somiglianza con i paesi nordici, la sua
architettura coloniale, e la sua art nouveau, stupiscono appena si mette piede nel
paese. Questo villaggio in stile bavarese non è grande e si gira tranquillamente
a piedi, il fatto poi che non ci sia nessuno in giro lo rende ancora più strano.
La città è
nata come postazione commerciale per la caccia alle foche e alle balene, anche se poi ha incrementato la sua
importanza per la vicinanza con la città dei diamanti di Kolmanshop. I suoi
dintorni sono pieni di fauna selvatica: foche, pinguini, fenicotteri e struzzi.
Nella vicina penisola di Shark Island (isola della morte), nel 1905 le autorità
tedesche stabilirono un campo di concentramento dove nei due anni successivi
furono sterminati tra i mille e i tremila guerrieri herero. Costretti ai lavori
forzati, gli herero del campo furono impiegati per ampliare le
città.
È domenica ed
è tutto chiuso, l’unico ristorante aperto di tutta la città è il Diaz Coffee Shop,
consigliato dalla Lonely, sono loro a trovarci da dormire nell’adiacente
Krabbenhoft Une Lampe: una bella stanza tutta rivestita di legno. L’indomani
prenotiamo la visita della città fantasma alle 11, abbiamo così il tempo di
girare ancora la cittadina in mattinata, arrivando fino al promontorio della Shark Island, dove
si trova un campeggio con una stupenda vista sulla città e sull’oceano.
A dieci km da Luderitz si trova la città fantasma di Kolmanskop, una destinazione turistica
di primo piano. Questa città dei diamanti, nata nel 1907, era un posto pieno di
vita fino alla fine della seconda Guerra Mondiale, poi, con la diminuzione del
commercio dei diamanti, è stata progressivamente abbandonata e deve lottare per
non essere sommersa dalla sabbia del deserto del Namib. Una visita
guidata di un’ora permette di vedere molte strutture ancora intatte, come le
cucine, le sale per il gioco del bowling
e le case dei dirigenti tedeschi.
Verso le 13
torniamo a Luderitz per fare la spesa ed il pieno di benzina, ci aspetta il
lungo viaggio di oltre 300 km verso Keetmanshoop. Vogliamo arrivarci prima del
tramonto.
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La città di Luderitz in stile bavarese |
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La stazione ferroviaria, da qui parte e attraversa tutto il deserto |
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La ferrovia pochi km fuori città |
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La città fantasma di Kolmanskop |
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Le stanze invase dalla sabbia |
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Finestre rotte sferzate dal vento |
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Il paese è diventato un museo |
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Le abitazioni dei dirigenti tedeschi erano delle vere ville |
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La sabbia si alza sempre di più |
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Alcune stanze sono ancora ben conservate |
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La ferrovia all'ingresso di Kelmanskop |
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Shark Island a Luderitz |
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I cavalli del deserto ad Aus |
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Meloni coltivati nel deserto ad Aus |
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L'acqua è un problema in tutta la Namibia, ci sono tanti mulini a vento che la estraggonio |
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Uno dei tanti lodge di lusso immersi nel deserto lungo la strada |
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Lamappa del deserto del Namid, il più vecchio del mondo.
Si estende da Walvis Bay a Luderitz |
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L'alba vista da Luderitz. Anche qui la gobba della Luna è a levante,
come nell'emisfero Nord, ma qui è rivolta verso destra,
mentre a Nord è rivolta a sinistra. |
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La nostra cena bavarese a Luderitz |
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