martedì 14 agosto 2018

Salire un faro per guardare dove gli oceani si incontrano e poi vedere una caravella del 1488

Usciamo alle sette da Hermanus, dopo un’ultima occhiata alle impetuose onde dell’oceano presso Kraal Rock, un punto di osservazione appena fuori dalla città. La giornata promette bene, anche perché ci stiamo spostando verso l’interno, lontani dall’umidità del mare e dai suoi nuvoloni. Nell’entroterra il paesaggio cambia completamente con colori sgargianti, cielo terso e dolci colline interamente coltivate a mais e colza, sembra di essere nella Baviera tedesca o ancora più a nord. Il villaggio di Napier che attraversiamo, con le sue case basse e i suoi giardini curati, non ha nulla da invidiare ai villaggi olandesi o fiamminghi della nostra Europa.

La prima tappa è Capo Agulhas, il punto più a sud di tutta l’Africa, con il famoso faro, dall’alto del quale si può ammirare il maestoso spettacolo dove l’oceano Indiano e quello Atlantico si incontrano. Per arrivarci dobbiamo fare una deviazione di 60 km verso sud dalla cittadina di Bredasdorp. A pochi metri dal mare un basso monumento in pietra indica il punto esatto dove si incontrano gli oceani. L’aera è immersa in una vasta riserva che si può ammirare salendo i 71 ripidi scalini del faro, mentre alla base un simpatico museo ripercorre la storia dell’evoluzione dei fari, da quelli del 1500 che utilizzavano le lanterne e potevano essere visti da solo due km, a quelli moderni che utilizzano le lenti di Fresnel e possono arrivare fino a 60 km di distanza.

Torniamo a Bredasdorp lungo la R319 e proseguiamo per la stessa strada fino all’incrocio con la N2, a scorrimento veloce, che invece è lentissima, per i numerosi e continui lavori di ampliamento. Poco dopo Heidelberg ci fermiamo lungo la strada per osservare uno dei tanti allevamenti di struzzi: sono uccelli altissimi, alcuni superano i due metri e con un becco così grande che incute paura e non ci fa avvicinare.

Verso le 15 arriviamo a Mossel Bay, appena in tempo per visitare il Museo Marittimo ed il Museo Diaz che si trova al suo interno. Oltre alla bella vista su tutta la baia che si gode dai suoi giardini, il museo è famoso perché al suo interno si trova una copia fedele della caravella che il navigatore Bartolomeo Diaz usò per scoprire la nuova rotta per le Indie nel 1488, dopo aver raggiunto e doppiato il Capo di Buona Speranza, per primo nella storia europea. Un viaggio di sedici mesi che lo rese ricco e onorato preso la Corona portoghese. Pagando un piccolo sovrapprezzo è possibile entrarci per camminare sul ponte e scendere nella stiva, dove si trovano le brande e la cucina. Stupisce quanto fossero piccole le più grandi navi dell’epoca. Questa caravella è simile a quella che utilizzò colombo quattro anni dopo per scoprire l’America.

Da Mossel Bay, fino ad oltre Plettemberg Bay, la strada diventa litoranea e attraversa una varietà sorprendente di paesaggi con spiagge, lagune, scogliere, vegetazione, foreste e fauna, tanto da essere chiamata la Garden Route. Dalla litoranea scendiamo fino alla Herolds Bay, con una spiaggia riparata dai venti e con numerose persone che fanno il bagno, anche se è inverno e l’acqua è gelida!

Arriviamo a Plettemberg con il buio, puntando subito al Bothando Backpackers Lodge e su loro consiglio facciamo la prenotazione di Booking al momento per ottenere uno sconto che altrimenti non ci avrebbero fatto. La stanza doppia con bagno è ottima, ma quello che lo ha reso il miglior posto in cui abbiamo soggiornato in Sudafrica è la stanza comune che funge anche da ristorante, con un caminetto acceso e un cuoco francese che ci ha preparato dei piatti buonissimi.  

Parlando con il cuoco, chiediamo chiarimenti sul fatto che lungo tutta la costa abbiamo trovato delle bellissime ville per la maggior parte chiuse. Ci spiega che la maggior parte di queste sono di proprietà di olandesi e soprattutto tedeschi che vengono qui a svernare. Nell’inverno europeo, che coincide con l’estate sudafricana, queste cittadine lungo la costa sono al massimo della capienza e difficilmente si trova da dormire. La maggioranza assoluta è di tedeschi, dice lui.

Oggi, secondo giorno di trasferimento da Cape Town a Durban (dei quattro previsti), abbiamo percorso 568 km, partendo alle sette di mattina da Hermanus e arrivando alle sette di sera a Plettemberg.

Campi di colza nell'entroterra sudafricano di Hermanus

Il villaggio di Napier con le tipiche abitazioni dell'aera


Il bel paesaggio lungo la N2 

La direzione del punto più a sud dell'Africa a Capo Agulhas

Il monumento che indica il punto di incontro dei due oceani

Il faro di Capo Agulhas, vicino al punto dove si incontrano gli oceani

La vista dall'alto del faro

La copia fedele della caravella di Bartolomeo Diaz al museo Marittimo di Mossel Bay

La mappa del mondo di Henricus Marteleus del 1489, la prima
mappa della storia in cui è indicato il Capo di Buona Speranza.
L'originale si trova alla British Library di Londra

Un allevamento di struzzi lungo la N2 poco dopo Heidelberg

Hanno dei becchi molto grandi e visti da vicino fanno paura

Sono molto alti, possono superare i due metri

I colori della costa

La grande spiaggia di Herolds Bay sulla Gardens Road

La nostra auto a Capo Agulhas, il punto più a sud dell'Africa

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