Usciamo alle
sette da Hermanus, dopo un’ultima occhiata alle impetuose onde dell’oceano
presso Kraal Rock, un punto di osservazione appena fuori dalla città. La
giornata promette bene, anche perché ci stiamo spostando verso l’interno,
lontani dall’umidità del mare e dai suoi nuvoloni. Nell’entroterra il paesaggio
cambia completamente con colori sgargianti, cielo terso e dolci colline
interamente coltivate a mais e colza, sembra di essere nella Baviera tedesca o
ancora più a nord. Il villaggio di Napier che attraversiamo, con le sue case
basse e i suoi giardini curati, non ha nulla da invidiare ai villaggi olandesi
o fiamminghi della nostra Europa.
La prima
tappa è Capo Agulhas, il punto più a sud di tutta l’Africa, con il famoso faro,
dall’alto del quale si può ammirare il maestoso spettacolo dove l’oceano
Indiano e quello Atlantico si incontrano. Per arrivarci dobbiamo fare una
deviazione di 60 km verso sud dalla cittadina di Bredasdorp. A pochi metri dal
mare un basso monumento in pietra indica il punto esatto dove si incontrano gli
oceani. L’aera è immersa in una vasta riserva che si può ammirare salendo i 71 ripidi scalini del faro, mentre alla base un simpatico museo ripercorre la
storia dell’evoluzione dei fari, da quelli del 1500 che utilizzavano le lanterne
e potevano essere visti da solo due km, a quelli moderni che utilizzano le lenti
di Fresnel e possono arrivare fino a 60 km di distanza.
Torniamo a
Bredasdorp lungo la R319 e proseguiamo per la stessa strada fino all’incrocio
con la N2, a scorrimento veloce, che invece è lentissima, per i numerosi e
continui lavori di ampliamento. Poco dopo Heidelberg ci fermiamo lungo la
strada per osservare uno dei tanti allevamenti di struzzi: sono uccelli
altissimi, alcuni superano i due metri e con un becco così grande che incute paura e non ci fa avvicinare.
Verso le 15
arriviamo a Mossel Bay, appena in tempo per visitare il Museo Marittimo ed il Museo
Diaz che si trova al suo interno. Oltre alla bella vista su tutta la baia che
si gode dai suoi giardini, il museo è famoso perché al suo interno si trova una
copia fedele della caravella che il navigatore Bartolomeo Diaz usò per scoprire
la nuova rotta per le Indie nel 1488, dopo aver raggiunto e doppiato il Capo di
Buona Speranza, per primo nella storia europea. Un viaggio di sedici mesi che lo
rese ricco e onorato preso la Corona portoghese. Pagando un piccolo sovrapprezzo
è possibile entrarci per camminare sul ponte e scendere nella stiva, dove si
trovano le brande e la cucina. Stupisce quanto fossero piccole le più grandi
navi dell’epoca. Questa caravella è simile a quella che utilizzò colombo
quattro anni dopo per scoprire l’America.
Da Mossel Bay,
fino ad oltre Plettemberg Bay, la strada diventa litoranea e attraversa una
varietà sorprendente di paesaggi con spiagge, lagune, scogliere, vegetazione,
foreste e fauna, tanto da essere chiamata la Garden Route. Dalla litoranea
scendiamo fino alla Herolds Bay, con una spiaggia riparata dai venti e con numerose
persone che fanno il bagno, anche se è inverno e l’acqua è
gelida!
Arriviamo a
Plettemberg con il buio, puntando subito al Bothando Backpackers Lodge e su
loro consiglio facciamo la prenotazione di Booking al momento per ottenere uno
sconto che altrimenti non ci avrebbero fatto. La stanza doppia con bagno è
ottima, ma quello che lo ha reso il miglior posto in cui abbiamo soggiornato in
Sudafrica è la stanza comune che funge anche da ristorante, con un caminetto
acceso e un cuoco francese che ci ha preparato dei piatti buonissimi.
Parlando con
il cuoco, chiediamo chiarimenti sul fatto che lungo tutta la costa abbiamo trovato
delle bellissime ville per la maggior parte chiuse. Ci spiega che la maggior
parte di queste sono di proprietà di olandesi e soprattutto tedeschi che
vengono qui a svernare. Nell’inverno europeo, che coincide con l’estate
sudafricana, queste cittadine lungo la costa sono al massimo della capienza e
difficilmente si trova da dormire. La maggioranza assoluta è di tedeschi, dice
lui.
Oggi, secondo
giorno di trasferimento da Cape Town a Durban (dei quattro previsti), abbiamo percorso
568 km, partendo alle sette di mattina da Hermanus e arrivando alle sette di
sera a Plettemberg.
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Campi di colza nell'entroterra sudafricano di Hermanus |
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Il villaggio di Napier con le tipiche abitazioni dell'aera |
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Il bel paesaggio lungo la N2 |
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La direzione del punto più a sud dell'Africa a Capo Agulhas |
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Il monumento che indica il punto di incontro dei due oceani |
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Il faro di Capo Agulhas, vicino al punto dove si incontrano gli oceani |
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La vista dall'alto del faro |
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La copia fedele della caravella di Bartolomeo Diaz al museo Marittimo di Mossel Bay |
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La mappa del mondo di Henricus Marteleus del 1489, la prima
mappa della storia in cui è indicato il Capo di Buona Speranza.
L'originale si trova alla British Library di Londra |
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Un allevamento di struzzi lungo la N2 poco dopo Heidelberg |
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Hanno dei becchi molto grandi e visti da vicino fanno paura |
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Sono molto alti, possono superare i due metri |
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I colori della costa |
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La grande spiaggia di Herolds Bay sulla Gardens Road |
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La nostra auto a Capo Agulhas, il punto più a sud dell'Africa |
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