Siamo sempre ad Opuwo. Oggi visitiamo
un villaggio herero, con la nostra guida del Kaoko Information Center, la
stessa che ci aveva accompagnati al villaggio himba e allo stesso prezzo
(200 dollari namibiani a testa più 400 per la spesa al supermercato da portare
come dono). Ci interessano gli herero perché è veramente strano vedere in giro
per la città donne africane con dei vestiti pomposi e sgargianti di
colori, come se stessero andando ad un ballo in qualche castello europeo del
XIX secolo.
Partiamo in direzione Sesfontein e dopo quaranta minuti di strada sterrata entriamo
in uno dei tanti villaggi. Prima di farci scendere dall'auto la guida chiede al capo villaggio se
accetta la nostra presenza e i nostri doni. Anche qui ci sono solo donne a
anziani in giro, gli uomini più giovani sono al pascolo con buoi e capre. Si nota subito la
maggiore agiatezza degli herero rispetto a quella degli himba. Le case sono solide, costruite con pietre ricoperte di fango e sterco, hanno un tetto, porte e finestre. C’è l’energia elettrica,
la televisione, e non molto lontano c’è anche una scuola. Quando chiediamo alla
nostra guida la differenza principale tra i due gruppi etnici, lui vi risponde:
gli herero vanno a scuola, gli himba no!
Gli strani
vestiti portati dalle donne herero sono il lascito dei missionari tedeschi dell’epoca
vittoriana, e sono generalmente costituiti da una grande crinolina (una struttura rigida per
tenere gonfie le gonne) indossata sopra una serie di sottane, con un cappello o
un’acconciatura a forma di corno. Se ne potrebbero vedere tanti di questi
vestiti a Okahandja il 23 agosto di ogni anno, durante una festa tradizionale.
Alcune donne
herero di questo villaggio conoscono l’inglese. Parliamo con loro mentre sono
riunite intorno al fuoco. La cosa più strana che ci raccontano è che una di loro, pomposamente vestita, è figlia di una donna himba che vive in una capanna
poco lontano. Malgrado la vicinanza alla casa e alla cultura della figlia, la mamma continua a vivere e
vestire nel modo tradizionale. Quando arriva la mamma non possiamo evitare di
chiedere una foto insieme.
Torniamo ad Opuwo verso le due di pomeriggio e partiamo per tornare verso sud. Dopo oltre 300 km di strada asfaltata arriviamo a Kamanjab verso le 17.30, troppo tardi per affrontare la strada sterrata verso Palmweg, anche perché non è chiaro se lì c'è da dormire. Troviamo una camera alla Melissa's Guest House e ceniamo al più simpatico Oppi Koppi Rest Camp, sotto un bel patio affacciato ad un giardino.
Il genocidio
degli herero a Wattemberg
A fine
dell’Ottocento, dopo aver preso il controllo della Namibia, i tedeschi si
trovarono di fronte ad un problema, in quanto tutta la terra migliore si
trovava nelle mani degli herero e dei nama. Nel 1904 il capo degli herero invitò
il capo dei nama e degli altri clan a stringere un’alleanza per contrastare
l’avanzata degli invasori. Davanti alla reazione degli herero, e degli altri
gruppi, i tedeschi furono costretti a retrocedere, ma a questo punto dalla
Germania vennero mandati altri rinforzi.
L’11 agosto
1905 i nativi (prevalentemente herero) ed i tedeschi scontrarono a Waterberg.
Questa volta furono gli herero a ritirarsi verso est, incalzati dalle truppe
tedesche. Nelle quattro settimane che seguirono, circa 65.000 herero furono
uccisi o morirono di fatica e stenti. Quando i tedeschi decisero di mettere
fine all’offensiva, l’80% degli herero era stato sterminato. Gli studiosi hanno
calcolato che, se non ci fosse stata questa strage, gli herero sarebbero
attualmente 1,8 milioni, e costituirebbero il gruppo etnico dominante al posto
degli owambo: gli herero sono invece attualmente 120.000.
Solo nel
2004, cento anni dopo il genocidio di Wattemberg, la Germania ha chiesto ufficialmente
scusa, con un indennizzo di 28 milioni di euro.
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Le donne herero vestono con vestiti di epoca Vittoriana |
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Con cappelli a forma di corno |
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Le abitazioni degli herero sono già delle piccole case |
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I bambini herero vanno a scuola |
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Le case del villaggio hanno colori diversi |
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Mamma himba e figlia Herero, i due gruppi etnici sono molto vicini |
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I colori a volte sono sgargianti |
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Gli uomini usano una specie di gonnellino al posto dei pantaloni |
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Un ragazzo aiuta la madre nella preparazione del cibo |
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